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Che cos'è una regola, se essa sembra confondersi senza residui con la vita? E che cos'è una vita umana, se in ogni suo gesto, in ogni sua parola, in ogni suo silenzio non può più essere distinta dalla regola? È a queste domande che il nuovo libro di Agamben cerca di dare una risposta attraverso un'appassionata rilettura di quel fenomeno affascinante e sterminato che è il monachesimo occidentale da Pacomio a San Francesco. Se il libro ricostruisce nei particolari la vita dei monaci nella loro ossessiva attenzione alla scansione temporale e alla regola, alle tecniche ascetiche e alla liturgia, la tesi di Agamben è, però, che la vera novità del monachesimo non sta nella confusione fra la vita e la norma, ma nella scoperta di una nuova dimensione, in cui forse per la prima volta la "vita" come tale si afferma nella sua autonomia e la rivendicazione dell'"altissima povertà" e dell'"uso" lancia al diritto una sfida con cui il nostro tempo deve ancora fare i conti. "Come pensare una forma-di-vita, cioè una vita umana del tutto sottratta alla presa del diritto e un uso dei corpi e del mondo che non si sostanzi mai in un'appropriazione? Come pensare la vita come ciò di cui non si dà mai proprietà, ma soltanto un uso comune?"

La scommessa di Agamben è che i monaci in generale, e i francescani in particolare, abbiano qualcosa da dire alla nostra contemporaneità che si dibatte da almeno tre decenni nei torbidi della fine della storia, delle ideologie e nella crisi plurisecolare delle vocazioni fideistiche.

Agamben propone una ricostruzione “archeologica” del monachesimo (con particolare attenzione, come detto, al fenomeno del francescanesimo) che ha al proprio centro il concetto di forma-di-vita.

Questa ricostruzione, estremamente precisa, basata su un’indagine filologica, storica e filosofica di grande acume è molto più che un libro sulla storia del rapporto tra monachesimo, liturgia, vita in comune e organismi di potere (in particolare il papato).

Le fini analisi di Agamben ci conducono sul tracciato di una controversia che solo superficialmente può essere confinata in un segmento superato della storia occidentale e in un ambito ristretto delle dispute dogmatiche.

Il tentativo di Francesco d’Assisi di stabilire una pratica per i suoi fratres per cui il non possedere nulla, assolutamente nulla, diventasse una forma-di-vita, rappresenta per Agamben un tentativo inaudito nella storia dell’Occidente, e in senso letterale: in-audito, non-ascoltato, caduto nel silenzio e nella noncuranza di quelli che si sono rivelati più che mai essere gli orecchi da mercante della (onto-) teologia (nella sua saldatura antica con il diritto e con quella, più recente, con l’economia) occidentale.

Non possedere nulla: neanche il proprio cibo (solo utilizzato), neanche la propria persona (affidata totalmente a Dio, ai confratelli, al papa, agli altri), neanche il proprio tempo (gestito dai superiori e dai confratelli e dedicato totalmente all’attività per altri o all’orazione continua).

Ecco quello che di scandaloso, di inaccettabile, hanno proposto i monaci e i frati francescani a un Occidente che stava invece andando in senso completamente opposto.

Ed è per questo che quella proposta scandalosa di altissima povertà è rimasta inascoltata, ed è anzi stata contrastata e riassorbita nelle maglie del diritto, della proprietà, della logica retributiva.

L’Occidente è andato nella direzione opposta rispetto a quella predicata dai poveri fratres “folli di Dio”, la logica dell’appropriazione ha inglobato quella dell’espropriazione assoluta, radicale, che questi avevano, più che proposto, incarnato.

Altissima povertà, ai nostri giorni, rappresenta un testo di un’attualità disarmante.

I monaci e i frati di Agamben hanno molto da dire al nostro mondo in piena crisi economica e di valori: in un senso totalmente altro da quello di un insegnamento teologico o dottrinario essi indicano la via per un cambiamento che da più punti di vista appare sempre più necessario: il mutamento pratico della nostra forma-di-vita.

◎ 作者简介

乔吉奥•阿甘本(Giorgio Agamben,1942— ),意大利当代著名哲学家,曾先后任教于意大利维罗拉大学、巴黎国际哲学学院等欧美多所大学和研究机构。阿甘本早期的研究重点是哲学、语言学、文献学、诗学和中世纪文化,之后的研究扩展至政治学、美学、宗教等多个领域,出版有大量著作,如《潜能》《诗节:西方文化中的词语与幽灵》《语言和死亡》《散文的理念》《开放:人与动物》《未来的共同体》等,以及以“牲人”(homo sacer)为主题的系列作品(《牲人》《例外状态》《至高的清贫》《主业》)。

◎ 译者简介

邱捷,毕业于上海外国语大学。在热那亚大学人文学院研修意大利现代文学和艺术史。通晓英文、意文、德文。近年来致力于中欧经济与文化的交流工作,包括中文经典著作的意大利文翻译与宣传。主编并翻译《陌生人马可:意大利与中国的古今丝路》(广西师范大学出...

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豆瓣评论

  • 硫代硫酸钠
    虽然免费翻译辛苦了,但还是要说,中译很多术语不对,行文颠三倒四/教会仪式和修会仪式的张力之前确实没想到呢……02-10
  • Anifalak
    在中世纪哲学领域阿甘本真正意义上的论敌是沃格林。仪轨(liturgy)的词源leitourgia由万民(laos)和行动ergon构成,这使得该词被转译为徭役,成为bios和zoe的复合物的语文学表征。方济各修会的regula vitae重新审视ecclasia的护教学(doxological)维度,使至高的贫穷(altissima poverta),也即赤裸生命的述行式,和usus/officium进入一个融贯的谱系学。这是沃格林的对终末性上帝国的政治品质的模仿——即其呼召性形变(evocational transfiguration)导致的灵知性撤退的激进反题,而自身又通过成为三一论救赎经济学的否定式来彰显其终末品性。02-19

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